Tale storia è utile per capirne meglio la mission e per cogliere la passione e la coerenza con cui i suoi ideatori, Enrico e Cristina Cheli, la stanno portando avanti da decenni, seppure in altre istituzioni e con altre modalità.
La consapevolezza dei limiti del paradigma dominante si era manifestata in noi fin dai primi anni di università, e quindi, pur senza rifiutare quello che di buono la scienza ufficiale poteva darci. ci eravamo dedicati a letture, corsi e seminari sulle scienze di frontiera, le medicine e terapie non convenzionali e soprattutto sulla consapevolezza e la crescita personale. Essendo interessati a comprendere noi stessi e e i nostri simili e a migliorarne la consapevolezza, la salute e il benessere rifiutavamo l’approccio meccanicistico e riduzionistico del paradigma scientifico dominante, nato dall’idea di Cartesio di separare la materia (res extensa) dalla mente e dalla coscienza (res cogitans) e di focalizzare la nascente scienza empirica solo sulla prima. Tale approccio ha condizionato a tal punto le scienze biologiche, mediche e sociali che esse non possono più essere rimediate dall’interno con toppe e correttivi ma richiedono un cambiamento radicale, un nuovo paradigma appunto.
Tutto ciò era divenuto evidente per noi già vari decenni or sono, e lo era anche per altri scienziati e professionisti, ma eravamo troppo pochi per un cambiamento di tale entità e i tempi erano tutt’altro maturi. Così ci impegnammo, nel nostro piccolo, a farli maturare, stimolando le coscienze in vari modi: scrivendo articoli e libri su tali argomenti, tenendo conferenze, corsi e seminari, organizzando convegni, partecipando a programmi radiofonici e televisivi, creando centri, associazioni, riviste e case editrici. introducemmo inoltre la prospettiva olistico sistemica nella nostra attività di insegnamento universitario e ideammo corsi di perfezionamento master universitari e dottorati di ricerca innovativi su temi di frontiera quali la consapevolezza dei sentimenti e delle emozioni, l’intelligenza emotiva, l’educazione alle relazioni, il counseling relazionale, gli studi per la pace e la risoluzione dei conflitti. Insomma, nel giro di un decennio avevamo creato una sorta di “avamposto” olistico sistemico unico nel suo genere in Italia. Tuttavia, proprio in virtù di tale unicità, la reazione degli “anticorpi” dell’establishment accademico si fece sentire sempre più marcatamente e quindi elaborammo un piano alternativo: istituire una università privata esplicitamente ispirata al paradigma olistico sistemico. Eravamo giunti a buon punto ed avevamo anche costituito una apposita fondazione scientifica denominata Holiversity – acronimo di Holistic University – quando nel dicembre del 2010 la allora ministra dell’Università Gelmini fece approvare dal Parlamento una legge di riforma del sistema universitario che oltre a peggiorarne sensibilmente il funzionamento impediva di fatto l’istituzione di qualsivoglia nuova università, pubblica o privata che fosse. Ci vollero un paio di anni prima che uscissero i decreti attuativi e solo allora ci fu chiaro che quella strada era definitivamente preclusa. Nel frattempo l’avamposto olistico che avevamo creato presso l’università di Siena era oggetto di attacchi sempre più duri, nonostante (o forse proprio per questo) attirasse molti studenti da tutta Italia e dall’estero.
Profondamente amareggiati da tale clima sempre più ostile e autoritario, decidemmo di “emigrare” negli USA, andando a insegnare presso una piccola università “alternativa” che offriva corsi di laurea e master esplicitamente basati sul paradigma olistico sistemico, una delle pochissime in America (e nel mondo) con licenza e accreditamento statale. Iniziammo come professori ma in breve tempo – grazie al sistema meritocratico ben radicato in quella nazione – ci trovammo a progettare e dirigere corsi di laurea e master e infine a ricoprire le massime cariche dirigenziali. È stata una esperienza davvero intensa e unica, che ci ha messo a contatto con alcuni degli esponenti di spicco dell’approccio olistico sistemico negli USA e nel mondo e ha arricchito sensibilmente le nostre competenze scientifiche, didattiche e manageriali. Tuttavia dopo un po’ di anni avvertimmo l’esigenza di reindirizzare il nostro impegno verso l’Italia con l’intento di istituirvi una filiale di tale università. Se non che di lì a poco iniziò la plandemia COVID e il nostro progetto fu bruscamente interrotto.
Adesso, anche se questa oscura pagina della storia umana non si è ancora del tutto chiarita e risolta, abbiamo deciso di ripartire. Purtroppo il progetto di istituire una filiale della suddetta università olistica non è più praticabile, sia per i danni economici che essa ha subito a causa delle assurde, inefficaci (e anzi nocive) misure di contenimento della plandemia, sia per le politiche governative repressive nei suoi confronti e delle altre (pochissime) università indipendenti non allineate con la narrativa ufficiale.
Abbiamo quindi optato per un progetto più modesto che abbiamo chiamato Nuovo Paradigma Academy. Non possiamo, almeno per il momento, rilasciare lauree o altri titoli di studio universitari, ma offriamo ai professionisti (e aspiranti tali) corsi di livello equivalente e perfino superiore, sia in virtù delle nostre qualifiche ed esperienze accademiche pregresse, sia perché rispetto all’approccio olistico sistemico e ai temi innovativi che proponiamo le università italiane e europee sono alquanto indietro – e tali rimarranno per un bel po’ di anni ancora.
Ad ogni modo le nostre attività non si limitano ai professionisti e si rivolgono anche a tutti coloro che sono interessati alla salute olistica e alla crescita personale, relazionale e spirituale, con corsi e seminari a tema e con percorsi annuali più strutturati per chi desidera andare più a fondo.
Tale storia è utile per capirne meglio la mission e per cogliere la passione e la coerenza con cui noi fondatori – prima separatamente e poi assieme – la stiamo portando avanti da decenni, seppure in altre istituzioni e con altre modalità.
La consapevolezza dei limiti del paradigma dominante si è manifestata in noi fin da quando eravamo studenti universitari ed è ulteriormente maturata in seguito. Tuttavia non rifiutammo quello che di buono la scienza ufficiale e l’università potevano darci, e quindi dopo la prima laurea proseguimmo gli studi per conseguire altre lauree e/o specializzazioni e master, ma al contempo ci dedicammo con grande impegno a letture, corsi e seminari che andavano oltre il paradigma dominante e riguardavano le scienze di frontiera, le medicine e terapie non convenzionali e soprattutto la consapevolezza e la crescita personale, che era a nostro avviso ciò che più mancava a tale paradigma – una lacuna particolarmente grave per chi, come noi, era interessato alla psicologia, alla sociologia, alla psicosomatica e più in generale alla salute e al benessere per noi stessi e per i nostri simili. L’erronea idea di Cartesio di poter separare la materia (res extensa) dalla mente e dalla coscienza (res cogitans) e di focalizzare la nascente scienza empirica solo sulla prima fu forse utile per salvare lui e gli altri scienziati suoi contemporanei dalla santa inquisizione ma in seguito condizionò in modo sempre più negativo le scienze biologiche, mediche e sociali, le cui zone erronee sono ormai divenute tante e tali che non possono più essere rimediate dall’interno con toppe e correttivi ma richiedono un cambiamento di paradigma, un nuovo paradigma appunto.
La consapevolezza dei limiti del paradigma dominante si è manifestata in noi fin da quando eravamo studenti universitari ed è ulteriormente maturata in seguito. Tuttavia non rifiutammo quello che di buono la scienza ufficiale e l’università potevano darci, e quindi dopo la prima laurea proseguimmo gli studi per conseguire altre lauree e/o specializzazioni e master, ma al contempo ci dedicammo con grande impegno a letture, corsi e seminari che andavano oltre il paradigma dominante e riguardavano le scienze di frontiera, le medicine e terapie non convenzionali e soprattutto la consapevolezza e la crescita personale, che era a nostro avviso ciò che più mancava a tale paradigma – una lacuna particolarmente grave per chi, come noi, era interessato alla psicologia, alla sociologia, alla psicosomatica e più in generale alla salute e al benessere per noi stessi e per i nostri simili. L’erronea idea di Cartesio di poter separare la materia (res extensa) dalla mente e dalla coscienza (res cogitans) e di focalizzare la nascente scienza empirica solo sulla prima fu forse utile per salvare lui e gli altri scienziati suoi contemporanei dalla santa inquisizione ma in seguito condizionò in modo sempre più negativo le scienze biologiche, mediche e sociali, le cui zone erronee sono ormai divenute tante e tali che non possono più essere rimediate dall’interno con toppe e correttivi ma richiedono un cambiamento di paradigma, un nuovo paradigma appunto.
Tutto ciò era chiaro per noi già alcuni decenni or sono, e lo era anche per altri scienziati e professionisti, ma eravamo troppo pochi per un cambiamento di tale entità e i tempi non erano ancora maturi. Così ci impegnammo, nel nostro piccolo, a farli maturare, stimolando le coscienze in vari modi: scrivendo articoli e libri su tali temi e tenendo conferenze, corsi e seminari; partecipando a programmi radiofonici e televisivi, creando centri, associazioni, riviste e case editrici, introducendo la prospettiva olistico sistemica nella nostra attività di insegnamento dentro e fuori l’università, ideando e attivando master universitari e dottorati di ricerca ad approccio olistico sistemico presso una importante università italiana ed infine cercando di istituire una università privata esplicitamente ispirata al paradigma olistico sistemico. Eravamo giunti a buon punto ed avevamo anche costituito una apposita fondazione scientifica (Holiversity – acronimo di Holistic University) quando nel 2010 la allora ministra Gelmini fece approvare dal Parlamento una pessima legge di riforma dell’università che oltre a peggiorarne sensibilmente il funzionamento impediva di fatto l’istituzione di qualsivoglia nuova università, pubblica o privata che fosse. Ci vollero un paio di anni prima che uscissero i decreti attuativi e solo allora ci fu chiaro che quella strada era definitivamente preclusa. Nel frattempo anche l’avamposto olistico che avevamo creato presso la suddetta università italiana era stato oggetto di ripetuti attacchi, nonostante attirasse molti studenti da tutta Italia e anche dall’estero (o forse proprio per questo).
Profondamente amareggiati da tale clima sempre più ostile e autoritario, decidemmo di “emigrare” negli USA, recandoci presso una università interamente olistica: sì, una vera università – seppur piccola – con corsi di laurea a master esplicitamente ispirati al paradigma olistico sistemico integrativo, una delle pochissime al mondo con autorizzazione statale a rilasciare vere lauree e diplomi accreditati. Iniziammo come semplici docenti ma in breve tempo – grazie al sistema meritocratico ben radicato in quella nazione – ci trovammo, quasi increduli, a rivestire le massime cariche di quella università. È stata una esperienza davvero intensa e unica, che ci ha messo a contatto con alcuni degli esponenti di spicco dell’approccio olistico sistemico negli USA e nel mondo e ha arricchito sensibilmente le nostre competenze scientifiche, didattiche e manageriali. Tuttavia dopo un po’ di anni abbiamo avvertito l’esigenza di reindirizzare il nostro impegno verso l’Italia con l’intento di istituirvi una filiale di tale università. Se non che di lì a poco è iniziata la plandemia COVID e i nostri progetti sono rimasti in sospeso.
Adesso, anche se questa oscura pagina della storia umana non si è ancora del tutto chiarita e risolta, abbiamo deciso di ripartire: non però con una filiale della suddetta università olistica – perché nel frattempo anch’essa, come molte altre, ha subito non pochi danni a causa delle assurde, inefficaci (e anzi nocive) misure di contenimento della pandemia e anche perché la situazione politica italiana non offre ancora adeguate garanzie – ma con un progetto più modesto: l’Istituto Nuovo Paradigma appunto.
Non possiamo, almeno per il momento, rilasciare lauree o altri titoli di studio universitari, ma è nostra intenzione offrire corsi di livello equivalente e in alcuni casi perfino superiore, e siamo certi di poterlo fare, sia in virtù delle nostre esperienze accademiche pregresse, sia perché in Italia e in Europa le università sono tutt’altro che avanti sui temi che noi proponiamo e tali rimarranno per un bel po’ di anni.