La scuola si rivolge in primo luogo ai professionisti della salute – medici, psicologi, odontoiatri, biologi, fisioterapisti, osteopati, infermieri, farmacisti etc. – offrendo corsi ECM, Perfezionamento e Master sulla concezione olistico sistemica della salute/malattia e del benessere/malessere psico-fisico e sociale e sulle connesse metodologie di prevenzione, diagnosi e cura.
La scuola offre inoltre Corsi di base rivolti ai comuni cittadini per informarli sulle caratteristiche e i benefici di questo nuovo approccio alla salute e al benessere ed educarli ad una più consapevole gestione dei loro stili di vita, abitudini alimentari, attività motorie, modalità relazionali e dinamiche emozionali.
Tutti i corsi sono tenuti da docenti di altissima qualificazione (vedi CV docenti) e i corsi più rilevanti (Perfezionamento e Master) sono personalmente coordinati e supervisionati dai responsabili scientifici dell’Istituto, che hanno all’attivo pluridecennali esperienze cliniche e accademiche nell’ambito della salute integrata e del benessere (vedi CV responsabili).
Il punto di partenza è la concezione dell’essere umano come sistema complesso costituito da molteplici dimensioni materiali e immateriali tra loro interdipendenti: dimensione corporea, energetica, emozionale, cognitiva, sociale, coscienziale/spirituale. Ne consegue che una malattia, pur manifestandosi con sintomi fisici/corporei, può avere cause di altra natura, ad esempio emozionale o sociale, come evidenziato dalla psicosomatica, dalla psico-neuro-endocrino-immunologia e per certi versi anche da omeopatia, agopuntura, osteopatia e ayurveda. (clicca per approf.)
Un altro punto fondamentale è la fiducia nelle innate capacità di omeostasi, autodifesa, autoguarigione e autoriparazione di cui ogni essere umano è dotato. Ne consegue che in caso di malattia occorre porsi le seguenti domande: 1) Quale di tali capacità non ha correttamente funzionato? 2) Perché non ha funzionato? 3) Come possiamo ripristinarne la corretta funzionalità? Ad esempio, quando un individuo si ammala di una qualche patologia batterica o virale la domanda chiave non è tanto “quali batteri o virus l’hanno provocata e quali antibiotici o antivirali possono sconfiggerli” ma piuttosto “quali fattori hanno causato una alterazione del PH dei tessuti o un malfunzionamento del sistema immunitario e quali interventi possono stimolare l’organismo a ripristinare le corrette condizioni tissutali o immunitarie”.
Tali interventi possono comprendere, a seconda dei casi: rimedi omeopatici, sedute di agopuntura, manovre osteopatiche, interventi odontoiatrici, sedute di counseling o psicoterapia etc. Nei casi più complessi può essere necessaria una terapia integrata che agisca su più dimensioni effettuata da una équipe multidisciplinare.
L’approccio olistico sistemico non punta a eliminare i sintomi ma a risolvere le cause, quindi non si focalizza sulla malattia ma sull’individuo malato, cercando di capirne le caratteristiche distintive e rispettandone l’unicità – cioè trattandolo come un essere umano, non come una macchina. Ne consegue che i protocolli non vengono seguiti rigidamente ma piuttosto considerati come indicazioni da valutare e ponderare caso per caso, lasciando al professionista sanitario piena autonomia diagnostica e terapeutica e al paziente piena responsabilità sulla propria salute ponendolo al centro della terapia.
La prevenzione – intesa soprattutto come educazione alla salute – è lo strumento principale della medicina del nuovo paradigma perché la malattia (o meglio la perdita della salute) deriva quasi sempre da un insieme di cause riconducibili a stili di vita malsani delle persone (erronea alimentazione, insufficiente attività motoria, relazioni ed emozioni negative etc.). Diventa quindi di primaria importanza educare le persone a una alimentazione sana e bilanciata, una adeguata attività motoria, una comprensione e evitamento delle fonti di inquinamento chimico ed elettromagnetico e inoltre a comprendere e gestire appropriatamente le proprie relazioni con gli altri e le connesse emozioni, a riconoscere e soddisfare in modo equilibrato i propri molteplici bisogni: fisici, emozionali, affettivi, intellettuali, esistenziali e spirituali. Insomma educare l’individuo a riconoscere le molte fonti di stress fisico e psicosociale e a gestirle con strumenti efficaci.
Si tratta di una rivoluzione nell’educazione alla salute dove ogni individuo viene aiutato ad assumere un ruolo attivo e consapevole riguardo al proprio benessere/salute, cioè un ruolo del tutto opposto a quello di passiva dipendenza assegnatogli dall’approccio biomedico ufficiale.
Giunto a questo punto, chi ha già familiarità con l’approccio olistico alla salute e ha già frequentato corsi in materia potrebbe chiedersi: perché dovrei iscrivermi proprio a questa scuola? Perché non frequentare un corso più vicino a casa? Che cosa possono darmi qui che non posso trovare altrove?
Sono domande più che legittime e meritano una risposta chiara e argomentata.
Un primo motivo per preferire questa Scuola è la rilevante qualificazione e serietà dei coordinatori scientifico-accademici e dei docenti (cosa tutt’altro che scontata in un ambito come quello olistico che, non essendo ancora ben definito, lascia spazio a operatori di dubbia competenza e provenienza). Se leggete le brevi note biografiche dei nostri docenti vedrete che non si tratta di esperti improvvisati ma di seri studiosi e professionisti che hanno dedicato a questo ambito gran parte della loro vita, spesso sperimentando prima su sé stessi le metodologie che in seguito avrebbero proposto ai loro pazienti/clienti. Se poi avrete anche la pazienza di leggere i loro curriculum dettagliati vedrete che sono tutti come minimo laureati, molti hanno più lauree e anche specializzazioni, master o dottorati di ricerca e hanno pubblicato articoli scientifici e libri in materia (vedi pubblicazioni); alcuni infine sono anche docenti universitari e hanno ricoperto ruoli di spicco in importanti strutture scientifiche e accademiche.
Un secondo motivo è l’ampiezza della cornice olistico sistemica che adottiamo. La maggior parte degli approcci olistico sistemici alla salute si focalizza solo su alcune categorie di fattori e solo su alcune delle molte interconnessioni tra di loro, tralasciando tutte le altre; per esempio la PNEI si concentra sulle interconnessioni tra la psiche (P) e il sistema immunitario (I) ma non su quelle tra la psiche e la struttura muscolo-scheletrica (M), che invece sono messe a fuoco dalla bioenergetica e in parte dall’osteopatia. Nessuna di esse infine si focalizza sui fattori socio-relazionali (S) che sono a monte dei processi psicologici (P) e che secondo noi rappresentano in molti casi il vero inizio della catena causale il cui anello finale è una patologia sul livello (M) oppure su quello (I). Questi modelli sono dunque olistici ma in un senso ristretto, cioè limitato alla specifica angolatura prescelta; noi proponiamo invece un metamodello olistico sistemico generale caratterizzato da una angolatura molto più ampia e quindi in grado di evidenziare molte più interconnessioni, consentendo al contempo di collegare e far dialogare tra loro discipline e approcci diversi solitamente poco o per niente comunicanti e collaborativi.
Un terzo motivo è il network verticale che utilizziamo per collegare le diverse dimensioni e per stabilirne l’ordine gerarchico. Come altri approcci olistico sistemici anche quello da noi proposto si basa sul concetto di network, considerando tutte le dimensioni dell’essere umano collegate ed interdipendenti. Non si tratta però di un network orizzontale, dove ogni dimensione ha potenzialmente la stessa rilevanza, ma di un network verticale alla cui base si trova la dimensione fisica e al vertice quella coscienziale/spirituale. Nei livelli intermedi troviamo (partendo dal basso) la dimensione energetica, emozionale e mentale. Ogni livello del network poggia sui livelli sottostanti ma ha anche proprietà emergenti del tutto nuove in virtù della sua maggiore complessità e soprattutto è in grado di influenzare il livello sottostante in misura maggiore di quanto quest’ultimo possa influenzare il sovrastante (clicca per approfondimenti). Per questo sono molto più frequenti le patologie psicosomatiche rispetto a quello somatopsichiche. Un esempio renderà più chiaro il concetto. Poniamo che due soggetti presentino lo stesso disturbo, un’infiammazione del colon comunemente detta colite. Il primo soggetto ha una colite dovuta all’alimentazione sregolata e altamente tossica mentre per il secondo è dovuta ad uno stato di stress emotivo a sua volta prodotto dalla relazione conflittuale con il coniuge. Entrambi i soggetti presentano più o meno gli stessi sintomi: mal di pancia, irregolarità intestinale e umore variabile. Tuttavia se curassimo il primo paziente intervenendo sul disturbo dell’umore non otterremmo alcun risultato perché la causa è situata ad un livello inferiore della piramide e quindi la terapia appropriata consisterà nel migliorare l’alimentazione. Se invece intervenissimo sul secondo paziente con una dieta appropriata è probabile che dopo un miglioramento di breve durata la situazione tornerebbe al punto di partenza perché la causa prima è emozionale (livello sovrastante) e affinchè il trattamento funzioni è necessario intervenire sullo stato emozionale (sia migliorando la resilienza del paziente tramite psicoterapia individuale sia, ancor meglio, aiutando il paziente a migliorare la relazione con la moglie/marito attraverso una terapia di coppia o la partecipazione a uno o più corsi/seminari sulle relazioni),.
Le conseguenze pratiche del modello che noi proponiamo sono molto importanti per il modo di operare che ne consegue. Innanzitutto, il primo passo per una efficace terapia diventa comprendere a quale livello si è originato il problema, perché se tentiamo di risolverlo intervenendo solo sul livello sintomatico o su altri livelli interessati in modo consequenziale o collaterale non riusciremo ad arrivare ad una soluzione soddisfacente e permanente. Abbastanza semplici da comprendere e trattare sono i disturbi/patologie che hanno origine e sintomi allo stesso livello, come nel primo dei due esempi appena visti, quello della colite (sintomo fisico) causata da erronea alimentazione (causa fisica). Più difficili da comprendere e trattare sono invece i disturbi/patologie che si originano in un livello superiore del network e poi – non essendo riconosciuti e affrontati dal soggetto – discendono a cascata su quelli inferiori, fino a manifestare una sintomatologia su quello più basso, come nel secondo dei due esempi. A quel punto il paziente non può non rendersene conto e si rivolge di norma al professionista che ha competenza sul livello che manifesta sintomi: nel caso in esempio un medico; se quest’ultimo ha una formazione in psicosomatica potrebbe riuscire a capire che l’origine è su un livello più alto (emozionale e relazionale) indirizzando il paziente da un altro professionista (nel caso in questione uno psicologo clinico o uno psicoterapeuta). Se però la causa originaria agisce da molto tempo e il disturbo/patologia si è cronicizzato, potrebbe non essere sufficiente neppure un trattamento specifico su di essa ed è allora necessario intervenire in modo coordinato anche sugli altri livelli coinvolti. Poiché è praticamente impossibile trovare un singolo professionista competente su tutti i livelli, occorrerà un lavoro di èquipe il cui coordinatore dovrebbe essere il professionista competente sul livello di origine (nel caso in esempio uno psicologo). Quindi in un lavoro di equipe non è sempre lo stesso professionista ad avere il ruolo di coordinatore ma sarà – a seconda del livello su cui ha avuto origine il problema – il medico, l’osteopata, lo psicoterapeuta o lo psicologo transpersonale.
Potremmo approfondire ulteriormente il discorso e indicare anche altri aspetti che caratterizzano il nostro approccio e lo distinguono da altri simili, ma per ovvi motivi di spazio preferiamo suggerirvi di leggere il libro di E. Cheli e C. Antoniazzi Olismo la nuova scienza.